Ciò che si salverà non sarà mai quel che abbiamo tenuto al riparo dai tempi ma ciò che abbiamo lasciato mutare, perché ridiventasse se stesso in un tempo nuovo”. 
Alessandro Baricco

La filosofia del progetto

SOFIA DEMOTIVATA ok




















La proposta di un nuovo approccio metodologico e didattico nasce dall’annosa osservazione del metodo di apprendimento degli adolescenti spesso fallimentare agli occhi degli adulti.

IL PROBLEMA FISIOLOGICO: scarsa organizzazione delle categorie di catalogazione
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Questi nella fase più delicata della loro crescita e della loro formazione, quando ancora il loro cervello combatte per tenere a bada i lobi frontali che anarchicamente rifiutano di introiettare regole e categorie, spesso naufragano inconsapevoli nel caos delle informazioni.
IL PROBLEMA CULTURALE: l’impatto multimediale sul cervello umano
SOFIA E PC okNegli ultimi decenni le tecnologie, la cultura, ma soprattutto la multimedialità stanno avendo un’in­fluenza molto forte sulla funzionalità del cervello al punto da rimodellarlo costantemente nel corso delle generazioni. La tecnologia ha indotto le nuove generazioni a sviluppare maggiormente l’emisfero destro del cervello, intuitivo-olistico, predisposto a cogliere nel loro insieme configurazioni di segni e, quindi, il procedere sintetico, globalizzante e induttivo (Pensiero laterale)
cervello ok
Tale approccio cognitivo rischia di trascurare l’esercizio dell’emisfero sinistro, lo­gico-razionale specializzato nell’analisi di sequenze di segni poste in serie, secondo un procedere lineare, sequenziale, analitico deduttivo e seriale (Pensiero verticale)
NUOVE FORMAE MENTIS
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L'utilizzo dei nuovi media genera delle vere e proprie trasformazioni nel recepire, trasmettere e organizzare le informazioni nei discenti delle nuove generazioni, i cosiddetti «cervelli cibernetici»1
Queste trasformazioni impongono un ripensamento delle funzioni cognitive della mente e di conseguenza delle modalità stesse del binomio insegnamento-apprendimento.
L’APPRENDIMENTO IMMERSIVO
Se le tecnologie elettroniche e digitali della comunicazione hanno finito col modificare la forma mentis dei ragazzi di oggi, allora il modello di insegnamento tradiziona­le, erogativo-trasmissivo, basato sui principi di linearità, sequenzializzazio­ne, gerarchizzazione potrebbe non essere più in grado di attivare conoscenze in formae mentis che seguono logiche di organizzazione dell’informazione e comunicazione diverse.

Il coinvolgimento ipermediale di più canali sensoriali, invece, veicolato attraverso le interfacce delle nuove tecnologie, favorisce un tipo di apprendimento immersivo e sviluppa doti creative. I giovani, infatti, vivono in un ambiente sonoro, visivo, iconico, caratterizzato dal sistema dei media, di conseguenza apprendono molto spesso fruendo anche inconsapevolmente di queste sollecitazioni, facendole proprie e riproponendole in nuovi contesti. Questo flusso indiscriminato di informazioni va canalizzato attraverso l’abitudine al controllo metacogntivo dei processi di apprendimento.
CORSI E RICORSI STORICI
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La galassia multimediale ha restituito l'oralità, modificando anche le modalità di apprendimento, come nel passaggio dalla scrittura pittografica a quella fonetica.2

La comunicazione visiva 
IERI
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OGGI
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Le tre fasi della comunicazione
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«La terza fase»3
TERZA FASE
LA COMUNICAZIONE NELLA CLASSE DELLA TERZA FASE
La comunicazione nella nuova classe, costituita da cervelli cibernetici si trasforma, passando dallo schema «gutenberghiano» che prevedeva la comunicazione basata sul principio uno a molti a quello reticolare molti-molti.
E’ necessario dunque che la scuola si riorganizzi in funzione di questi cambiamenti, pianificando percorsi che, tenendo conto delle differenze tra soggetti, consentano l’acquisizione non di “saperi” astrattamente concepiti, ma di competenze che aiutino l’alunno a leggere la realtà e a codificarla mediante l’uso di linguaggi diversi e di diversi approcci cognitivi. Prima ancora, dunque, di imparare ad imparare è necessario che lo studente impari a PENSARE, ad utilizzare cioè, in maniera pertinente e consapevole questa facoltà che se non viene adeguatamente coltivata rischia di atrofizzarsi o di essere manipolata.
IL SUPERAMENTO DEL SISTEMA «gutenberghiano»
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RIORDINARE LA COMPLESSITA'4
Se dunque i criteri di linearizzazione, sequenzializzazione con cui ci sforziamo di tradurre l’irriducibile complessità dei saperi non rispondono più ai criteri ordinatori del mondo ipermoderno e al modo in cui gli alunni organizzano le conoscenze, allora nasce l’esigenza di: 

- superare il modello di insegnamento erogativo -trasmissivo
- promuovere moduli di insegnamento-apprendimento capaci di sollecitare una interazione tra formae mentis diverse
- alimentare menti creative, plurali, capaci di riarticolarle in una visione unitaria e interconnessa i propri saperi
- mettere il soggetto in condizione di monitorare i propri processi di apprendimento
- adoperare diverse strategie cognitive, in maniera consapevole e pertinente a seconda delle situazione (metacognitivismo).
INTERCONNESSIONE
I processi di interconnessione e separazione stanno alla base della nostra reale comprensione dei fenomeni e della realtà che ci circonda. Il riconoscimento di tali processi può essere favorito da un allenamento costante del controllo cognitivo e metacognitivo scomposto nelle sue varie componenti, attraverso esercizi che rinforzano i vari ambiti di potenziamento5.
Si tratta di coltivare il pensiero che connette e interconnette secondo il principio sistemico di Morin: «Il tutto è più della somma delle parti».
Morin propone una metodologia didattica fondata su un’inter-poli-trans-disciplinarità che aiuti la formazione di una testa ben fatta, capace di esercitare quel pensiero complesso adeguato alla comprensione delle dinamiche esigenze dell’interdipendenza planetaria: “Riconoscere l’unità in seno alla diversità, la diversità in seno all’unità (…) Riconoscere l’unità umana attraverso le diversità culturali, le diversità individuali e culturali attraverso l’unità umana”6
INSEGNARE A PENSARE SI PUO’...
A tal fine è necessario fare in modo che le informazioni attinte dall’esterno in maniera confusa e complessa vengano adeguatamente catalogate negli appositi “cassetti della mente”, necessari per mettere ordine nell’azione spontanea del pensare e rendere quest’ultima una facoltà da utilizzare in maniera consapevole e potenziata.

L'abitudine a COME pensare piuttosto che a COSA pensare aiuta i ragazzi anche sul piano esistenziale, oltre che scolastico; infatti insegna loro a ri-guardare ogni volta le situazioni da nuove prospettive, per arrivare a soluzioni creative con la flessibilità che il nostro mondo richiede.
IL PROGETTO PIU’ AMBIZIOSO…
… è quello di formare, attraverso la solita costruzione di competenze trasversali, basate sulla metacognizione, donne e uomini improntati ai valori della DEMOCRAZIA, della nonviolenza e dell’INTEGRAZIONE CULTURALE.

«Un modo di pensare capace di interconnettere e di solidarizzare delle conoscenze separate è capace di prolungarsi in una etica di interconnessione e di solidarietà fra umani»7
NOTE: 
1) Cfr.De Kerckhove, Il sapere digitale. Napoli, Liguori Editore, 2011
2) Cfr. Ibidem
3) Raffaele Simone, La terza fase. Bari, Laterza, 2000
4) Morin Edgar, La testa ben fatta, Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero nel tempo della globalizzazione, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000
5) A tale argomento è dedicata un’intera sezione di questo sito intitolata: AMBITI DI POTENZIAMENTO
6)Morin Edgar,Ibidem
7)Morin Edgar,Ibidem
Bibliografia:
Morin Edgar, La testa ben fatta, Riforma dell’insegnamento e riforma del pensiero nel tempo della globalizzazione, Raffaello Cortina Editore, Milano 2000)
De Kerckhove, Il sapere digitale. Napoli, Liguori Editore, 2011)
Raffaele Simone, La terza fase. Bari, Laterza, 2000)